Cosa c’è dietro i fiori?

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Ormai sappiamo bene che i fiori che si acquistano, non sono ecologici. Ti starai ponendo delle domande, dicendoti: “Per una volta che mi sposo o che acquisto fiori, il mondo non andrà in malora” Sono sicura che dopo che avrai letto quanto sto per spiegarti, cambierai idea.

La produzione dei fiori

Sai bene che i fiori non vivono a lungo e per arrivare nei negozi di fiorai, hanno bisogno di viaggiare perché non provengono da fonti locali. Secondo un articolo di Ecobnb l’80% dei fiori che vediamo esposti nei negozi dei fiorai provengono dal sud America, Ecuador e in parte minore l’Olanda.

Capirai anche tu che per poter far sostenere un viaggio così lungo, vengono impiegate molte risorse come acqua per farli sopravvivere. Inoltre vengono dati mix di sostanze chimiche a base di fungicidi, insetticidi e erbicidi per poterli mantenere freschi.

Secondo una ricerca dell’International Labour Rights Forum del 2007 il 20% di queste sostanze sono molto nocive, tanto che in Europa e negli Usa il loro uso è molto limitato. Sostanze che vengono emesse dai lavoratori che sono all’interno dei campi di coltivazione.

La campagna Tras las Flores

La campagna Tras las Flores (Dietro i Fiori) nata tra la Colombia e la Spagna cerca di spiegare cosa c’è dietro al commercio dei fiori. In particolare in delle giornate dove si celebrano feste tradizionali cospargendo le strade di fiori. Una delle festività intorno a cui si è sviluppata la campagna Sant Jordi in Catalogna. Secondo il Mercat de les Flors, nel 2018 durante questa festa sono state consumati circa 7 milioni di rose. La Colombia ne ha esportato il 71%, l’Olanda il 15% e l’Ecuador il 9%, mentre solo il 5% è stato prodotto localmente.

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I fiori hanno un valore simbolico che è stato costruito socialmente e storicamente in relazione all’estetica del bello e del fragile. Abbellisce anche ciò che ama, ciò che dà, accompagna i defunti. Questa carica simbolica è stata utilizzata dalle grandi aziende che oggi promuovono il consumo di massa. Questo consumo aumenta nelle feste tradizionali, come Sant Jordi, catalogato come il giorno più romantico dell’anno in Catalogna e in altre feste create dal mercato capitalista globale, come San Valentino. Questo mercato ha quindi reso i fiori recisi un prodotto che di per sé ha un tempo di utilizzo ridotto, simbolo di sfruttamento.

Dietro la produzione dei fiori

Durante quei giorni dove le strade vengono inondate di fiori colorati, le donne del sud che sostengono il business, perdono i loro sogni, la loro salute e le loro famiglie. Lo sfruttamento lavorativo è fino a 16 ore con esposizione a sostanze chimiche agro tossiche e pesticidi, posture del corpo dannose e movimenti ripetitivi che compromettono seriamente la salute. Inoltre, le lavoratrici subiscono un grande carico di stress lavorativo, rispetto agli standard. Causa la produzione su larga scala, derivata dal mercato transnazionale che privilegia l’accumulazione di capitale rispetto ai diritti del lavoro, ambientali e sociali.

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Impatto ambientale dei fiori

Questo modo di produzione influisce anche sull’intero ambiente naturale e sociale. La monocoltura di fiori distrugge la biodiversità, mettendo a repentaglio la sovranità alimentare, avvelenando la terra e l’acqua con l’uso massivo di pesticidi. Le aziende floricole hanno privatizzato l’acqua senza alcuna restrizione e la esportano accumulata nei gambi dei fiori.

Questo è quello che da anni movimenti, organizzazioni sociali e sindacati dei paesi produttori definiscono come estrattivismo della terra e dei corpi che trova nel commercio dei fiori una condensazione materiale e simbolica, attorno alla produzione di «una natura priva di vita, i fiori».

Il manifesto conclude invitando chi consuma a riflettere su cosa significa decidere di acquistare o meno un prodotto con una storia di sfruttamento. Per chi sostiene questa attività, chiedono buon senso di fronte alla grave crisi ecologica mondiale, poiché non è coerente continuare con un mercato che intensifica il disastro socio-ambientale.

Si possono usare alternative ai fiori

Si possono usare allestimenti alternativi per le proprie festività, dando spazio alla creatività collettiva, alla cultura locale. Producendo un reale incontro tra i popoli, diventando consapevoli di come le cose che si consumano sono prodotte.

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Ora sei, in parte a conoscenza di cosa c’è dietro alla produzione dei fiori. Quella bellezza che vedi tanto nelle composizioni floreali, porta dietro di se una catena produttiva devastante. Pensala diversamente, provando a capire che dietro a quella che tu credi bellezza, c’è solo sfruttamento per la vita in ogni sua forma.

 

 

Credit photo: dinamopress.it

Credit photo: www.francescorussotto.it

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